I Priapea sono una raccolta anonima di 95 carmi latini, per lo più inni ed epigrammi di carattere salace dedicati a Priapo, dio agreste della fertilità.

Struttura e contenuto

Nei Priapea è quasi sempre il dio stesso che prende la parola per esibirsi in scherzose variazioni su pochi temi, continuamente ricorrenti: commenti alle enormi dimensioni dei suoi attributi virili e alle sue iperboliche prestazioni erotiche, minacce di punizioni ai ladri, consistenti in violenze sessuali di vario tipo; descrizioni di offerte votive a lui dedicate; attacchi contro le donne troppo vecchie o troppo libidinose. Ovviamente, tutto è giocato attraverso doppi sensi e giochi di parole.

I metri sono gli stessi di Marziale: distici elegiaci, endecasillabi falecèi e coliambi; i componimenti sono per lo più molto brevi (dai due ai sei versi; il più lungo ne conta 38).

Autore e datazione

Tradizionalmente gli studiosi ritenevano che i Priapea fossero un'antologia di componimenti di diversi autori, poi raccolti perché accomunati dal medesimo argomento. Tuttavia alcuni studi più recenti hanno cercato di dimostrare che i primi 80 carmi costituirebbero un'opera unitaria di un singolo ignoto autore, cui in seguito furono aggiunti in coda altri 15 componimenti.

La datazione dell'opera è tuttora discussa, ma generalmente collocata nel corso dell'intero I secolo d.C.: motivazioni di carattere linguistico tenderebbero a collocarli in età neroniana o successiva. Nel XX secolo fu sostenuta una datazione di poco posteriore a Marziale.

Altri Priapea

La raccolta, comunque notevole per la sua particolare unitarietà, non lo è invece per quanto riguarda l'argomento; infatti ci sono giunti altri componimenti "priapei" nella produzione letteraria antica: sia nell'Antologia greca sia nei poeti latini Catullo, Orazio, Tibullo e Marziale.

Anche nella cosiddetta Appendix Vergiliana figurano tre carmi priapei.

Tradizione

Il più antico testimone dei Priapea che ci sia pervenuto è un codice vergato dalla mano di Giovanni Boccaccio: si tratta del Laur. 33.31.

Note

Bibliografia

  • I Priapea, collana Biblioteca di filologia classica, revisione del testo e commento di Angelo Maggi, Napoli, Tipografia degli Artigianelli, 1923.
  • G. Bach (traduzione di) Carmina Priapea, De Carlo, Roma 1945
  • C. Cazzaniga (a cura di) Carmina Priapea, Paravia, Torino 1959
  • A. Salvatore (a cura di) Vergilii Carmina Priapea, Paravia, Torino 1960
  • I Carmi Priapei, traduzione di Cesare Vivaldi, Parma, Guanda, 1976. Collana Grandi Tascabili Economici n.393, Newton Compton, Roma, 1993.
  • Carmi Priapei, a cura di Jolanda Insana (traduzione e postfazione di), Collana Biblioteca dell'Eros n.4, Milano, ES, 1991. Collana Ars Amandi n.17, ES, Milano, 1999.
  • Carmi Priapei, Introduzione e note di Umberto Todini, traduzione di Lucio Mariani, Collana I rari, Milano, Ponte alle Grazie, 1992, ISBN 88-7928-004-X. TEA, Milano, 1996
  • Ettore Barelli (a cura di) Carmina Priapea (un "classico proibito" della letteratura latina in una nuova modernissima traduzione), Pratiche Editrice, Milano 1997, ISBN 88-7380-419-5
  • Carmi Priapei. Una nuova provocante traduzione, a cura di Roberto Asnic, Stampa Alternativa, 2001.
  • Carmina Priapea, Introduzione, traduzione e note di Edoardo Bianchini, Collana Classici greci e latini, Milano, BUR, 2002.

Collegamenti esterni

  • (EN) Priapea, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.

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